ALBERTO BIASI. TUFFO NELL’ARCOBALENO.
Una bella mostra di un grande maestro dell’arte cinetica italiana e non solo. Museo dell'Ara Pacis, Roma.

Attraverso 60 opere si possono ammirare le complesse strutture visive dei suoi lavori costituite da elaborate griglie progettuali dove, tra sapienza artigiana e manualità certosina, prendono vita incredibili intelaiature cromatiche fatte di textures geometriche e fortemente gestaltiche dal irresistibile fascino magnetico e dall’incantevole illusione di un movimento che, nella realtà, non esiste ma che si manifesta in tutta la sua forza e con tutta la sua potenza, attraverso la visione delle opere.
Attraversare le sale circondati dai suoi lavori è, con un termine molto alla moda oggi, un’esperienza realmente “immersiva”, ci si sente come costantemente osservati e seguiti dal movimento illusorio generato da questi lavori. Ogni singolo punto di osservazione dà vita a nuove epifanie, nuovi percetti. Ogni singolo quadro, appena visto, muta radicalmente dopo aver cambiato angolo di visuale. Ciò che un attimo prima ci appariva come una serie di linee verticali rosso e nere, fatti pochi centimetri varia e lascia il campo ad una serie di striature orizzontali gialle e verdi che non avevamo visto e di cui non avevamo idea. Anche in assenza del colore, bellissime la serie in bianco e nero dei lavori più recenti, le immaginifiche strutture percettive di Biasi ci trasportano in un mondo distaccato e asettico dove regna incontrastata una prospettiva diacronica apparentemente senza fine e senza direzione. Ciò che rimane è il senso di estrema mutevolezza e di profonda trasmutazione che l’arte ci infonde, una ricerca costante del senso profondo di una sensazione che muta costantemente in un continuo rimando tra presenza e assenza, tra apparenza e sostanza, tra arte e vita.

Tony Cetta